La Certosa di San Giacomo a Capri

 

Benvenuti alla Certosa di San GiacomoEnglish


Edificata tra il 1371 ed il 1374 da Giacomo Arcucci, Gran Camerario della regina Giovanna I d’Angiò, la Certosa rappresenta la più importante testimonianza architettonica sull’isola di epoca angioina. Incendiata e saccheggiata dai pirati turchi durante il XVI secolo, fu ristrutturata ed ampliata nel XVII secolo. In seguito all’espulsione dei Certosini (1808), divenne ospizio per invalidi di guerra e poi carcere. La gestione militare, durante tutto il XIX secolo, recò al complesso monumentale numerosi danni. Durante la Prima Guerra Mondiale la Certosa fu utilizzata come quartiere del XIX reggimento di fanteria, distaccato nell’isola per la sua difesa. Nel periodo compreso tra le due guerre si sentì l’esigenza di restituire alla Certosa un’antica dignità, adibendola a centro culturale abilitato ad accogliere manifestazioni legate al turismo, all’arte e alla cultura.  Nel 1936 la Certosa fu concessa ai Canonici regolari di Sant’Agostino del SS.mo Salvatore Lateranense che istituirono una scuola per i giovani isolani nelle celle del chiostro grande e crearono una biblioteca con un fondo di oltre tremila volumi.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale le truppe americane occuparono la Certosa, destinandola a casa di riposo e di svago per aviatori. Gli anni ‘70 diedero luogo ad un nuovo interesse per il complesso certosino, grazie all’intervento del Soprintendente Raffaello Causa che, nel 1974, volle istituire il Museo Diefenbach. Da allora la Certosa di San Giacomo è sede di prestigiose manifestazioni ed eventi di rilevante interesse culturale.

Come tutte le certose, si suddivide in due blocchi essenziali: la “casa alta” (chiesa, refettorio, chiostri, sala del capitolo, appartamento del priore), il regno del silenzio, della preghiera e della rigorosa clausura, e la “casa bassa” che include luoghi di lavoro (magazzini, cucine, cellai e locali per la lavorazione di prodotti agricoli).

 

Giardino del Priore

Il nostro percorso ci conduce al Giardino del Priore. All’interno di questo spazio, una sorta di giardino segreto, convivono il giardino delle erbe aromatiche (herbolarius) con la presenza di maggiorana, menta, rosmarino, timo, ed il giardino dei semplici (hortus simplicium) con salvia, lavanda, artemisia, finocchio selvatico. Alberi di ulivo, melograno, agrumi, fico e la vite arricchiscono lo spazio, nel rispetto della tradizione certosina.

 

Chiostro grande

Spostandoci nel Chiostro Grande giungiamo nel cuore della vita certosina. Questo spazio, incorniciato da un porticato con pilastri ed arcate di pietra calcarea, è il luogo dove si trovano allineate le abitazioni dei dodici Padri. Sul lato destro si trovano l’appartamento del Priore e la foresteria. Sul lato sud-est un finto pozzo in pietra sovrasta l’enorme cisterna che si spinge nel sottosuolo a notevole profondità.  Il chiostro fu realizzato nella metà del XVI secolo da Felice de Felice, su disegno di Giovanni Antonio Dosio: questi maestri avevano già lavorato per la Certosa di San Martino di Napoli.

 

Chiostro piccolo

Continuando la visita, arriviamo al Chiostro piccolo realizzato nel XV secolo. Fusti di colonne di spoglio in marmo di epoca imperiale e capitelli databili tra il XII e XIV secolo sorreggono le arcate. Su uno dei lati si sviluppa la Sala del Capitolo decorata da stucchi settecenteschi. Il tutto è dominato dalla torre dell’orologio a pianta quadrata di epoca barocca.

L’importanza dell’acqua per l’ordine certosino è ben visibile in questo luogo grazie alla presenza di un pozzo centrale. I Certosini utilizzarono il battuto di lapillo per l’impermeabilizzazione delle volte. Tale sistema, favorito dall’esistenza delle materie prime sul posto, ebbe larga applicazione fino a tutto il XVIII secolo. La conformazione estradossate delle strutture voltate, sulle quali veniva eseguito il battuto, consentiva il naturale scolo delle acque meteoriche, che venivano convogliate dai canali nelle apposite cisterne.

 

continua:  Un artista visionario: K.W. Diefenbach

 


Welcome to the Certosa di San GiacomoItaliano


Built between 1371 and 1374 by Giacomo Arcucci, Great Chamberlain during the reign of Joanna I of Naples, the Certosa is the most important example of architecture from the Angevin period on the island. Burned and pillaged by Turkish pirates in the 16th century, it was renovated and expanded in the 17th century. Following the expulsion of the Carthusian monks (1808), the monastery became a hospice for war invalids, then a prison. The military takeover in the 19th century caused extensive damage to the historical complex. During the First World War, the charterhouse was used as quarters for the XIX Infantry Regiment, housed on the island for defence purposes. In the period between two world wars, there was a need to restore the monastery to its former dignity and it was adapted into a cultural centre, suited to hosting events related to tourism, art, and culture. In 1936, the Certosa passed to the Canon Regulars of the Congregation of the Most Holy Saviour of the Lateran, who founded a school for young islanders in the cells of the large cloister and created a library housing a collection of over three-thousand volumes.

Following World War II, American troops occupied the Certosa, setting it up as a rest and entertainment house for pilots. The Seventies saw renewed interest in the charterhouse, thanks to the intervention of superintendent Raffaello Causa who founded the Diefenbach Museum in 1974. Since then, the Certosa di San Giacomo has been home to events both prestigious and of significant cultural relevance.

Like all Carthusian monasteries, the Certosa di S. Giacomo is divided into two main blocks: the “upper house” (church, refectory, cloisters, chapter room, prior’s apartment), a silent space dedicated to prayer and strict seclusion, and the “lower house” which includes places of work (warehouses, kitchens, larders, and areas for processing agricultural products).

 

The Priory Garden
Our path leads us through to the Priory Garden. In this space, a kind of secret garden, we can find the Herb Garden (herbolarius), with the presence of marjoram, mint, rosemary, thyme, together with the Medicinal Herb Garden (hortus simplicium) containing sage, lavender, artemisia, and wild fennel. Olive trees, pomegranate, citrus, fig, and grape vines enrich the space, following the Carthusian tradition.

 

The Great Cloister
Moving into the Great Cloister, we reach the heart of Carthusian monastic life. This space, framed by a portico, with limestone pillars and arches, is where we find the houses of the twelve Fathers aligned. On the right side are the prior’s apartment and the guesthouse. On the southeast side, a fake stone well overlooks the huge cistern that extends underground to a considerable depth. The cloister was built in the mid-16th century by Felice de Felice and designed by Giovanni Antonio Dosio: these masters having already worked for the Certosa di San Martino in Naples.

 

The Small Cloister
Continuing the visit, we arrive at the small cloister, built in the 15th century. The arches are supported by the trunks of marble columns from the imperial era, topped by capitals dating from the 12th to the 14th centuries. The Chapter House is located to one side and decorated with 18th-century stuccoes. The whole cloister is dominated by a clock tower, with a squared design, dating to the Baroque era.

The importance of water for the Carthusian order is clearly visible here, thanks to the presence of a central well. The monks used a mixture that included volcanic lapilli to waterproof the vaults. This system, favoured by the local abundance of raw materials, was widely used until the end of the 18th century. The exterior curve (extrados) shape of the vaults onto which the mixture was applied allowed for the natural draining of rainwater which was then conveyed by the canals into the appropriate tanks.

 

continue:  A visionary artist: K.W. Diefenbach

 



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Ultimo aggiornamento

29 Luglio 2021, 10:09